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domenica 25 gennaio 2015

Tavola Rotonda Al Parlamento Europeo: Un Invito Come Speaker Per Parlare Di Noi Figli!

E' con immensa gioia e orgoglio che, come promesso, vi annuncio una notizia bellissima che vede protagonista, fra gli altri, anche questo blog!

Il 4 febbraio 2015, al Parlamento Europeo, a Bruxelles, nell'ambito del Progetto Camille si terrà "una roundtable di alto livello sul tema mental health con focus su bambini ed adolescenti che convivono con un genitore affetto da patologie mentali e su tutte le conseguenze che derivano da questa condizione, con l'obiettivo di scambiare idee su nuovi approcci al tema, trasferire informazioni, condividere pratiche finora attuate e delineare le prossime azioni."

E, tenetevi forte... gli organizzatori di questo importante evento mi hanno invitato a partecipare come speaker. Proprio me! Un'emozione grandissima, come immaginerete, oltreché la soddisfazione di veder riconosciuto ufficialmente il mio impegno. 


Queste le loro parole:

"Vorremmo invitarla come speaker all'evento in quanto riteniamo che il suo impegno e il suo lavoro come autrice possano contribuire sensibilmente al dibattito, il cui scopo è soprattutto quello di sensibilizzare sul tema, purtroppo non ancora adeguatamente discusso."

Sono davvero felice e onorata per questa partecipazione! E' un impegno, il mio, per gran parte ancora quasi del tutto volontario, che spero possa presto confluire in un ruolo ben definito, che mi permetta di dedicarmi liberamente a ciò che amo di più e che più mi appassiona: dare il mio contributo perché nascano anche in Italia misure di supporto e sostegno per bambini, adolescenti, adulti e giovani adulti i cui genitori soffrono di un disturbo mentale e per le loro famiglie. 

In questi 5 anni, da quando è nato il blog, ho acquisito tantissima esperienza e numerosi contatti internazionali. Ho moltissime idee che mi piacerebbe poter sviluppare e spero presto che qualcuno possa aiutarmi a trovare lo spazio e le risorse economiche necessarie per farlo. Credo di poter dare davvero molto in questo campo e sarebbe un vero peccato se tutto questo andasse sprecato. Sono fiduciosa che quel momento non è poi così lontano e lo attendo con fiducia.

Sarebbe il coronamento di un sogno che custodisco da anni, sin da quando, adolescente, l'idea che un giorno avrei raccontato la mia storia per fare in modo che quel che avevo vissuto io non si ripetesse più (e in questo mi identifico moltissimo con tutti quei sopravvissuti che, attraverso il loro raccontare e testimoniare, si fanno portavoce di eventi che devono essere conosciuti e ricordati perché non accadano più) mi ha dato la forza di non arrendermi mai, nemmeno davanti alle difficoltà più grandi.

Essere lì, a Bruxelles, insieme ad altri esperti sulla salute mentale è un traguardo importante anche perché, come mi hanno trasmesso le mie due mèntori australiane, Paola Mason e Nerrelle Goad (due figlie come me attive nel loro paese, e non solo, per portare a quel cambiamento che noi tutti aspettiamo):"Nothing About Us, Without Us!", ovvero "Niente che ci riguardi, senza di noi!". 

Ed è anche e soprattutto per questo che ringrazio tutti coloro che, fin dai miei primissimi passi sino ai più recenti, hanno contribuito, in un modo o nell'altro, a che io possa essere lì, il prossimo 4 febbraio, al Parlamento Europeo, per essere, nel mio piccolo, la voce di noi figli! Grazie davvero. Di cuore.

Di seguito, il programma dettagliato (clicca su ciascuna immagine per ingrandire):




Pagina Facebook Del Blog - Gruppo Facebook Figli di Persone con un Disturbo Mentale - Children of Mentally Ill Parents Facebook Group - Canale YouTube - Pagina Google+ - Profilo Twitter.

4 commenti:

Very ha detto...

Brava Brava Brava!!! :)

Anonimo ha detto...

Complimenti, prima o poi il nostro dolore si trasforma, se vissuto con coraggio, in perle che arricchiscono la nostra vita di un valore raro.
Io abito a Torino e mi piacerebbe fare qualcosa di concreto per questi bambini. Se qualcuno mi avesse spiegato, anche solo spiegato, ad esempio, perchè mio padre stava a letto o urlava, criticava tutti, beveva, forse sarei cresciuta un po' più forte. Se qualcuno mi avesse spiegato che non dovevo essere io la sua mamma o consolare mia madre per la sua sfortuna sarei stata un po' più bambina. Invece eravamo soli. Anni dopo, dopo deliri che solo voi potete capire, ricoveri e di tutto, davvero, mi sono ritirata dalla lotta, perchè i miei tre bambini avevano bisogno di me. Non potevo abbandonarli per occuparmi di lui, perchè questo lui aveva subito, ne sono convinta, questa era stata la causa del suo male: la mancanza di amore, il non sentirsi in diritto di essere al mondo, l'assenza, e ancora il non ascolto, la paura di sentire. Bene, un infermiera mi ha chiamata a casa e mi ha detto in parole povere che ero una brutta persona, una figlia indegna, che un giorno mi sarei dovuta pentire della mia indifferenza. Che orrore, quanta ignoranza e superficialità anche dagli addetti ai lavori. Ora papà è morto. Ha avuto un ictus, improvviso, a 67 anni ci ha lasciati in un misto di sollievo e di disperazione. Brava, sì, bravissima per il tuo lavoro: aiutiamo i bambini, aiutiamo i bambini, aiutiamo i bambini. Rispettiamo i bambini e il loro dolore. Non lasciamoli soli. Ottavia

Electric Ladyland ha detto...

Grazie, Very!!! :-)

E grazie di cuore anche a te, Ottavia, per la tenerezza e il coraggio con cui hai condiviso la tua storia. Siamo, siete, la mia forza. Le prossime generazioni potranno contare su quel sostegno che noi non abbiamo avuto, come figli e come famiglie. Ce la faremo!!! Un caro abbraccio a entrambe.

Anonimo ha detto...

Complimenti per il tuo lavoro. Sarebbe stato bello avere qualcuno con cui condividere i tanti, difficili anni di dolori accumulati e concatenati. Eppure, sebbene io abbia ora la mia bellissima famiglia e sia contenta della mia vita, in fondo devo ammetere che le ferite non si cicatrizzano mai del tutto. Mi rendo conto ora da madre di mia figlia e non più di mia madre, che i dolori fotografati nella memoria e nel cuore in qualche modo inconsciamente o meno, vengono smossi e assumono nuove forme. Perché nel bene e nel male restiamo il risultato di quel complicato vissuto.

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