Qualche tempo fa vi avevo parlato del Progetto Europeo Camille, che vede coinvolti 6 paesi, fra cui l'Italia, in un programma triennale volto a migliorare le competenze dei professionisti che lavorano a contatto con i pazienti psichiatrici, i loro figli e le loro famiglie. Ebbene, anche grazie alla mia partecipazione, due anni fa, al convegno WAPR di Milano nel simposio sui Forgotten Children voluto dall'Associazione Contatto Onlus, il team europeo del Camille Project mi ha chiesto di dare il mio contributo sul tema "figli di persone con una malattia mentale" nel corso di un primo training rivolto a professionisti quali Educatori del Consultorio Familiare, Infermieri del Centro di Salute Mentale e dell'SPDC, Psicologi, Psichiatri, Neuropsichiatri Infantili, Insegnanti e Assistenti Sociali.
Il mio compito sarà quello di spiegare chi sono i "figli di pazienti psichiatrici", quali sono le loro necessità, quali sono - dal punto di vista di un figlio - gli aspetti di cui tenere conto quando un genitore soffre di un disturbo psichico per tutelare il benessere dei figli e della famiglia. Il blog sarà punto di raccordo da cui partire per dipanare un racconto di vita che sia anche spunto di riflessione su cosa è mancato e cosa sia possibile fare per migliorare la qualità della vita delle generazioni presenti e future. Non sarò sola: professionisti affronteranno altre questioni importanti nel corso delle due giornate complessive di training, approfondendo temi come la malattia mentale e l'abuso di sostanze, essere genitori con una malattia mentale, lo stigma e il bullismo, la resilienza. Il training sarà svolto anche negli altri 5 paesi facenti parte del progetto, a cura dei referenti locali, con contributi da parte di genitori e figli tradotti nelle varie lingue.Sono davvero felice di questa nuova, preziosa opportunità per dare sempre più voce ai figli dimenticati. E' bellissimo che un ente pubblico, in questo caso l'Azienda ULSS 18 di Rovigo, abbia scelto di avvalersi anche della consulenza di un portatore diretto del bisogno per veicolare quelle conoscenze che possono innescare la spirale del cambiamento. Grazie, perciò, di cuore a tutto il team europeo del Progetto Camille, al team italiano di Rovigo, all'Associazione Contatto che è stata la prima realtà italiana a darmi l'opportunità di contribuire con la mia storia e il mio punto di vista sul tema dei figli di pazienti psichiatrici. E grazie, ancora una volta, alle mie preziose "anime sorelle", i miei compagni d'avventura d'oltreoceano, conosciuti grazie alla rete e incontrati per la prima volta a Vancouver, senza i quali, tutto questo, non sarebbe stato possibile!
Grazie a chi ha sempre creduto in me e mi ha sostenuto durante tutto il percorso, anche senza saperlo. E grazie infinite a tutti coloro che negli anni mi hanno scritto e continuano a scrivermi perché si sono riconosciuti nelle storie condivise in questo blog. Grazie, infine, anche a coloro che hanno letto in silenzio e, forse per la prima volta, si sono sentiti meno soli.
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