Google+

sabato 13 settembre 2014

Due Facce Della Stessa Medaglia: Verso Il Cambiamento



Scritto questa mattina. Con il cuore.

"Quello che la maggior parte delle persone non capisce (cosa che mi auguro in futuro non debba accadere più, quando si riuscirà a far partire anche da noi quel cambiamento che in altri paesi è già avvenuto) è che, sì, nostra madre o nostro padre sono malati, ma questo non significa che il nostro dolore è meno reale, né che si debba subirlo e rimanere impotenti.
Posso anche come figlia o figlio diventare consapevole del fatto che il mio genitore (o entrambi, per alcuni) soffre di un disturbo psichico, il che però non cancella con un colpo di spugna tutti i bisogni che sono stati disattesi, non cancella né giustifica tutte le ferite (per alcuni psicologiche, per altri anche fisiche) che si sono ricevute.

Certo, la consapevolezza che il genitore soffra può servire ad accompagnarci in un graduale processo di accettazione che richiede del tempo (e non sempre arriva, perché sono tanti i fattori in gioco) e che non è affatto obbligatorio perché se si è sofferto molto non è detto che arrivi mai quel momento e nessuno può imporcelo, ma ciò non toglie affatto che - pur non facendolo apposta e non avendone colpa - il comportamento del genitore che sta male ha delle conseguenze su di noi, conseguenze che necessitano di risposte.

Al momento attuale, queste sono molto legate a noi, a come ci orientiamo nell'eventuale scelta di un percorso terapeutico (una scelta sempre personale, che dipende da cosa e come ci sentiamo e da altri fattori, economici e pratici)... ma molti di noi vivono per anni senza nemmeno sapere come chiamare un disagio profondo e ai più invisibile... senza nemmeno sapere che ciò che proviamo ha tutto il diritto di "cittadinanza", ANCHE SE il genitore è malato. Una cosa non esclude l'altra.

E non si sta facendo una guerra tra noi e loro. Sono due facce della stessa medaglia, soltanto che attualmente, a causa della scarsità di informazioni sul tema figli di persone con una malattia mentale, la maggior parte della gente non vuole o non riesce a vedere una delle due. E' una realtà scomoda, perché obbliga a rimettere in discussione lo status quo e questo non piace mai, all'inizio.

Ma il movimento, seppur lento, è già iniziato e, con tanta pazienza e tanto amore, il cambiamento arriverà. Non tanto per noi, purtroppo, ma per le future generazioni. La nostra voce non potrà più essere non ascoltata."




Pagina Facebook Del Blog - Gruppo Facebook Figlie e Figli di Pazienti Psichiatrici - Children of Mentally Ill Parents Group - Canale YouTube - Pagina Google+ - Profilo Twitter.

Nessun commento:

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...