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lunedì 24 settembre 2012

Mia Madre E' Bipolare, Io Allora Cosa Sono?

Si parla ancora troppo poco dei figli di pazienti psichiatrici. Nel nostro paese siamo ancora terribilmente indietro in questo campo e non sono purtroppo riuscita finora a reperire letteratura scientifica e/o manuali di self help sull'argomento in italiano. Qualcosa però lentamente comincia a muoversi, speriamo presto di poterne vedere i frutti. Quel che è certo è che nel resto del mondo c'è tanto materiale a disposizione ed è un peccato che in molti non possano accedervi a causa delle barriere linguistiche. L'ho detto anche alla conferenza di Vancouver, c'è un gran bisogno di tradurre questi contenuti e renderli accessibili a più persone possibile, soprattutto per i bambini che in tenera età non possono - nemmeno volendolo - cimentarsi con una lingua straniera.

Ho letto il libro di Angela Grett un po' di tempo fa, ma mi ci è voluto ancora più tempo per digerirlo, farlo mio e viverlo. Da tanto desideravo condividerlo, finalmente oggi ho trovato il tempo e la calma interiore necessaria per riprenderlo in mano, riscoprire quei passaggi per me così illuminanti e cimentarmi con la traduzione dall'inglese. Spero che possiate trarne giovamento quanto me e magari decidere di approfondire, leggendolo interamente. Premetto che sono letture che riaprono antiche ferite - anche se in alcuni di noi ancora vive e pulsanti - e possono in un primo momento essere molto dolorose. Meglio affrontarle in momenti non troppo delicati della propria vita e, se necessario, in concomitanza con un percorso di psicoterapia che possa guidarci mentre scaviamo dentro noi stessi e il nostro passato familiare.

Quelli che seguono sono i passaggi che ho scelto, perché, insieme ad altri strumenti, mi sono stati preziosi per capire come la malattia psichiatrica di mia madre ha influito su di me e trovare le chiavi per iniziare il mio percorso per vivere una vita più serena e appagante. Nel libro l'autrice parla della sua storia e di quella della sua famiglia, oltre a ospitare le storie di altri figli da lei intervistati. Ovviamente le storie dei figli di pazienti psichiatrici sono estremamente diverse le une dalle altre, nonostante alcuni tratti in comune, e non sempre potremo perciò riconoscerci in tutto e per tutto in quanto viene scritto e descritto. Ho letto in rete recensioni discordanti su questo testo, come spesso accade quando si affronta una tematica delicata e dalle innumerevoli sfaccettature, estremamente soggettive. Molti sono però, secondo me, in questo libro gli spunti su cui riflettere e da cui eventualmente (ri)partire.

Per chi fosse interessato, My Mother's Bipolar è acquistabile su Amazon o dal sito dell'autrice:


"Il fatto di essere stata cresciuta da mia madre ha creato diverse difficoltà per me da adulta. Ho difficoltà a dare voce ai miei bisogni in relazioni adulte e metto i desideri degli altri prima dei miei. Se personalmente desidero o ho bisogno di qualcosa me ne occupo personalmente. Sono una persona molto indipendente, e questo è positivo - eccetto il fatto che ho difficoltà ad aprire davvero il mio cuore ed essere vulnerabile con qualcuno. Mi sono avvalsa della psicoterapia e di altri strumenti per superare questa difficoltà o migliorare in questo ma ancora ci combatto. [...]"
(Dal Capitolo 1)

 "Il Caos sembra essere l'esperienza che accomuna il ménage familiare di ogni persona che ho intervistato. Sia che siamo cresciuti in una grande famiglia, sia che siamo figli unici, le nostre vite sono state caotiche. Spesso a causa delle liti costanti tra i nostri genitori [...]. Sopravvivere al caos non era un compito facile. Ricordo che facevo il possibile per mantenere un basso profilo in modo da non restare coinvolta nel fuoco incrociato. A volte mi distaccavo mentalmente dalla situazione o lasciavo fisicamente l'abitazione. Da adulta, però, mi sono trovata quasi a desiderare il caos nella mia vita e nelle relazioni amorose. Se le cose erano troppo stabili, finivo per annoiarmi e creare un qualche tipo di crisi [...]. Ciò che ho imparato è che la stabilità è una buona cosa e che ci sono modi più salutari di movimentare la propria vita. [...] Adesso, se la mia vita mi annoia, penso a qualcosa che desideravo fare da piccola. [...] Allora esco e lo faccio! [...] Ho iniziato a ricollegarmi con i miei sogni d'infanzia - una cosa molto potente da fare."
(Dal Capitolo 6)

"Oltre all'assenza emotiva, era presente un certo grado di bisognosità in mia madre. Il mio mondo ruotava intorno ai suoi bisogni emotivi. Credo dipendesse dal fatto che mia mamma combatteva per sopravvivere alla sua malattia e questo richiedeva tutta la concentrazione, scarsa, che aveva. Poiché mia mamma non ha cercato di farsi curare, se non in età molto più avanzata, quando ormai ero cresciuta, la sua malattia è rimasta non curata durante la mia infanzia. Come risultato i suoi cambiamenti d'umore ci hanno tenuti tutti molto impegnati. Anche se lei riusciva a soddisfare i miei bisogni fisici, aveva pochissimo supporto emotivo da offrire. Credo che me lo avrebbe offerto, se avesse potuto, perché ricordo che mia mamma mi consolava, a volte, quando ero piccola. Da adulta è stata una vera sfida permettere a me stessa di ricevere il supporto emotivo di cui avevo bisogno. Il primo passo è stato diventare consapevole dei miei bisogni, cosa che mi ha richiesto anni, poi ho dovuto imparare a trovare il modo di soddisfarli. [...] Alcuni di noi rifiutano di dipendere dagli altri per un supporto emotivo, ma non esitiamo ad essere invece disponibili per tutti gli altri. Come possiamo continuare a offrire supporto se non riforniamo le nostre riserve? Fa' in modo di prenderti del tempo per ricaricarti emotivamente. Questo può includere fare una passeggiata, leggere un libro, o anche solo starsene seduti tranquilli per qualche momento. Permetti a te stesso/a di provare benessere nel prenderti cura di te stesso/a!".
(Dal Capitolo 7)

"[...] Il passaggio precedente (nota: l'autrice si riferisce a un episodio accaduto durante la sua infanzia) è un buon esempio delle esplosioni di rabbia dei nostri genitori che si verificavano con una certa frequenza. Come risultato, la vita è diventata imprevedibile e abbiamo imparato a limitare le attività come invitare gli amici a casa o anche solo divertirci. Era difficile rilassarsi perché non sapevamo mai quando papà o mamma si sarebbero potuti infuriare. Non sapevamo mai cosa potevamo condividere con loro delle nostre esperienze perché avrebbero potuto reagire in maniera esagerata a un innocente invito a un ballo o alla celebrazione del risultato della nostra squadra, o avrebbero potuto usare informazioni personali, private, contro di noi in un'imbarazzante situazione pubblica.
Alcuni figli di genitori bipolari sono diventati adulti che hanno difficoltà a divertirsi e a sapere come ci si sente ad essere rilassati. Ci ritroviamo attratti da persone fumantine fino a quando non ci rendiamo conto che non dobbiamo vivere le nostre vite nella paura e nell'angoscia. Gli abusi fisici ed emotivi subiti da alcune delle persone intervistate sono stati particolarmente difficili da ascoltare. Ad incontrare molti di noi figli di genitori bipolari, uno non immaginerebbe mai quello che abbiamo passato. Molti di noi sono adulti pienamente funzionanti e vivono quelle che sembrano essere vite normali - anche se alcuni di noi sono cresciuti con la convinzione di essere stupidi, incapaci o indegni di essere amati. Abbiamo dovuto lavorare duro per renderci conto di quanto queste credenze fossero sbagliate.
Per quelli di voi che hanno subito la tragedia di gravi abusi fisici ed emotivi, sono sinceramente dispiaciuta che abbiate dovuto vivere qualcosa che non meritavate. Mi congratulo con voi per aver avuto il coraggio e la capacità di sopravvivere. Sappiate che ora siete al sicuro e potete portare alla luce la brillante, straordinaria, autentica persona che siete da sempre."
(Dal Capitolo 8)

"[...] I nostri genitori bipolari erano così presi dalla loro malattia che ci era richiesto un grande sforzo per ottenere la loro attenzione. Come risultato dovevamo compiere grandi imprese, buone o cattive, per far sì che ci notassero. Abbiamo dovuto essere dei super atleti o degli studenti brillanti, o al contrario alcuni di noi si sono messi nei guai in modo da costringere il genitore a esserci per noi. I figli cercano l'approvazione dei loro genitori, perciò ci consumiamo nello sforzo di realizzare grandi cose. Se le grandi cose non funzionano, troviamo maniere più distruttive per scuoterli. Ci portiamo dietro questi comportamenti in età adulta e, o ci esauriamo nel tentativo di raggiungere risultato dopo risultato, o restiamo incastrati in un circolo vizioso di problemi.
 Possiamo rompere questi schermi liberandoci del nostro bisogno di essere approvati dai nostri genitori e dagli altri. Ok, forse non possiamo del tutto disfarci di questo bisogno, ma dobbiamo trovare il modo per allentare un po' la presa. Io ancora cerco l'approvazione degli amici fidati e di mia sorella. So anche, a un livello profondo, che sono una buona persona con qualcosa da offrire a me stessa e agli altri - amore, amicizia, onestà, gentilezza. Ho speso molti anni cercando di vivere secondo le aspettative degli altri e mi sono completamente annullata. Il più delle volte cercavo di anticipare queste aspettative che crescevano ogni volta che incontravo queste persone! Quando ho cominciato a stabilire il modo in cui desidero vivere la mia vita e ciò che mi porta felicità, tutto intorno a me è diventato più chiaro, più grande e più eccitante.
Nessuno mi ferma più a causa delle proprie aspettative, delle proprie paure o del proprio disappunto. [...]
Sii buono con te stesso/a - può darsi che tu non l'abbia mai fatto, ma è assolutamente cruciale. Fa' qualcosa per te stesso/a ogni giorno - qualcosa che vada oltre l'andare al lavoro e guadagnare lo stipendio o occuparti della tua famiglia. Queste sono cose che fai per gli altri. Trascorri del tempo per ascoltare la musica che tu ami, visualizza il sogno della tua vita o assapora uno dei tuoi cibi preferiti. Avrai così tanto di più da dare se compi semplici gesti per reintegrare la tua scorta di amore. Non devi necessariamente guardare agli altri per ricaricarti.".
(Dal Capitolo 9)

"La sensazione di "camminare sulle uova" sembra essere qualcosa che tutti noi abbiamo provato da bambini. L'incoerente disciplina dei nostri genitori ha reso molto complicato capire le regole. Agivamo in un costante stato di tensione perché non sapevamo mai cosa aspettarci e i confini non erano mai chiari. Un comportamento accettabile un giorno poteva diventare punibile il giorno successivo. La "sindrome del camminare sulle uova" (Eggshell Syndrome) deriva anche dall'imprevedibilità delle oscillazioni d'umore dei nostri genitori. [...] Come genitori i figli di persone affette da disturbo bipolare hanno difficoltà a non ripetere lo stesso schema. Alcuni hanno capito l'importanza di comunicare in modo coerente le regole e le aspettative ai propri figli. Comprendiamo che l'incertezza in casa porta il bambino a percepirla come un luogo non sicuro. E' questione di prestare attenzione al proprio comportamento e fare in modo di essere coerenti con ciò che si comunica - a tutti, nella propria vita, non soltanto ai propri figli. [...]
Ricorda inoltre che non devi anticipare i bisogni degli altri. Gli adulti sono responsabili della comunicazione dei propri bisogni. A volte mi trovo ancora a comportarmi come penso che qualcuno voglia che io mi comporti o a cercare di indovinare ciò che l'altra persona vuole da me. E' faticoso rompere questo schema di comportamento che mi ha accompagnato per tanto tempo, ma sono pronta a mandare in pensione questo "radar". Mantenerlo efficiente è stato estenuante!".
(Dal Capitolo 10)

"Quante volte hai corso l'enorme rischio di dire "no" al tuo genitore bipolare? Quante volte hai dovuto tener duro con il tuo genitore dopo avergli detto no? Da bambini non comprendevamo l'assenza di confini perché era semplicemente parte della realtà con cui convivevamo. Persone che non sono cresciute con un genitore bipolare non possono nemmeno immaginare la propria madre o padre leggere i propri pensieri più profondi scritti su un diario. Non hanno idea di cosa significhi avere un genitore che apre la tua posta o condivide informazioni personali dettagliate sulla tua persona con un estraneo. Molte persone non capiscono perché sia così difficile per noi stabilire dei confini e non cedere per rinforzarli. Noi figli di genitori affetti da disturbo bipolare dobbiamo andare agli estremi ed essere molto diligenti per mantenere qualcosa che gli altri danno per scontata. [...]
Mi ci è voluto molto tempo per arrivare persino a rendermi conto che non sapevo come impostare dei confini salutari. O permettevo alle persone di approfittarsi di me o le allontanavo del tutto e le chiudevo fuori dalla mia vita senza spiegarne loro il motivo. Dopo averci lavorato sono più consapevole delle situazioni in cui mi sento invasa. Ho imparato come gentilmente respingere l'altra persona quando vuole da me più di quanto io voglia dare e come essere molto decisa per rafforzare il confine. Dico a mia madre che devo riagganciare quando mi chiama o che non sono disposta a fare qualcosa per lei. Di solito rispetta le mie richieste, ma devo ricordargliele. Ora è più facile perché prende le medicine, ma nonostante questo devo ancora ricordarle quali siano le mie necessità e quando sta oltrepassando il limite, esattamente come faccio con chiunque altro nella mia vita. Non è stato però un cambiamento che sia avvenuto dalla sera alla mattina. Il primo passo per me è stato imparare come identificare quando ho bisogno di stabilire dei confini per poi comunicarlo a mia madre. La prima volta ho avuto paura, ma non potete immaginare quanto sia stato liberatorio! Ho fatto valere il mio potere come persona e non sono più tornata indietro."
(Dal Capitolo 11)

"Molti di noi hanno assunto su di sé ruoli e responsabilità che competono agli adulti in tenera età perché non avevano una guida o un supporto da parte dei genitori. Abbiamo messo i nostri bisogni da parte per prenderci cura dei nostri genitori quando erano fisicamente o emotivamente malati. Senza che nessuno se ne rendesse conto, decisi, all'età di quattro anni, che dovevo mettere i bisogni di mia madre al primo posto il più possibile. Nessuno mi ha detto di farlo, è stato semplicemente il modo in cui, come bambina, ho capito come gestire l'ambiente che mi circondava - come fare in modo che mamma non se ne andasse di nuovo o non si agitasse. Come adulta, però, la mia incapacità di dare voce o persino di essere consapevole dei miei propri bisogni si è rivelata estremamente pericolosa per me. Ero così occupata col prendermi cura dei bisogni emotivi degli altri, che non mi sono resa conto che ero finita nella spirale di una depressione fin quando non mi ci sono trovata completamente immersa.
Siamo tutti sistemi umani che necessitano di essere alimentati - fisicamente, emotivamente, mentalmente e spiritualmente. Se alimentiamo solamente gli altri finiamo per esaurire le nostre riserve. Se non mangi, muori di fame. Se non ricevi amore, conosci solo l'odio. Se non tieni allenato il cervello, diventa inutile. Se sei incapace di credere in qualcosa, perdi la speranza. [...] Dopo una vita centrata sui bisogni degli altri, ho imparato a prestare attenzione ai miei. Oggi i miei amici mi prendono in giro, dicendo che "tutto riguarda me". C'è stato un tempo in cui sentire una cosa del genere mi avrebbe fatto morire di senso di colpa. Mi sentivo egoista, ma ora so che non è così. [...] Mi interesso ancora degli altri e non mi approfitto di nessuno. D'altro canto ho lo stesso diritto di ogni altro a soddisfare i miei bisogni e non c'è niente di egoista in questo. Così, ora, il commento "tutto riguarda me" è un cartellino che indosso con onore e con il sorriso."
(Dal Capitolo 12)

"Molti di noi ricordano che i nostri genitori bipolari sanno essere manipolatori. A volte si sono confidati con noi sull'altro genitore o un fratello/sorella per poi metterci gli uni contro gli altri. Abbiamo imparato a non raccontare cosa succedeva - nemmeno agli altri membri della famiglia. Alcuni di noi hanno infine capito, da adulti, che va bene ed è importante parlare. Poi tutto è diventato chiaro quando ci siamo resi conto di ciò che avevano fatto nostra madre o nostro padre. E' un'altra esperienza liberatoria e ti può portare ad essere arrabbiato/a. Se è vero che è importante per te assecondare le tue emozioni, rimanerci incastrato non ti aiuterà a guarire. Fa' tutto ciò di cui hai bisogno per superare la rabbia e perdonare tua madre o padre. Il disturbo bipolare è una malattia, non una scusante. Ciò che hanno fatto è sbagliato e tu non c'entri niente. Sfortunatamente hai sostenuto il peso del loro comportamento inappropriato, ma non ne sei stato/a la causa.
Il fatto di essere diventati adulti non significa che i nostri genitori abbiano smesso di comportarsi in modo manipolatorio. Dopo aver raggiunto la consapevolezza, possiamo almeno provare a stabilire dei confini. La comunicazione è cruciale - con tua madre, tuo padre o i tuoi fratelli e/o sorelle. Parlare delle esperienze della tua infanzia con fratelli, sorelle, zie, zii e cugini ti rivelerà aspetti che non avresti mai immaginato. Molti fratelli/sorelle diventano molto più uniti da adulti - la malattia che ci ha separato da piccoli ci ha fatto ritrovare da adulti".
(Dal Capitolo 13)

"Per molti di noi il ricordo più vivido del comportamento ossessivo di nostra madre o di nostro padre ha a che fare con la pulizia della casa. [...] Il disturbo bipolare è tutta una questione di estremi. Gli alti sono entusiasmanti, i bassi sono debilitanti. Come risultato, le persone affette da disturbo bipolare sembrano comprendere soltanto gli eccessi. [...] Le ossessioni possono prendere le più svariate forme e lasciano i loro segni. [...] Non c'è niente di male ad essere un perfezionista - a patto di non portarlo a un estremo tale da distruggere la vita tua o quella di qualcun altro. L'infanzia è solo l'inizio, ma che passaggio importante della vita è! Quelle esperienze sono la base dei problemi che richiedono parte della nostra vita adulta per essere affrontati. Di solito dipende dalle informazioni a nostra disposizione e dalla nostra volontà di guardarci dentro onestamente. La tua vita sarà molto più soddisfacente se riesci ad andare oltre il comportamento del tuo genitore e a concentrarti sulla tua vita. E' la tua vita, dopo tutto. Meriti di avere tutto ciò che desideri - relazioni sentimentali, stabilità, un lavoro appagante, pace! La tua infanzia ti può impedire di averlo solo se tu glielo permetti."
(Dal Capitolo 16)



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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao! Ho trovato Questo blog dove mi sono identificata per la prima volta in vita mia.. Ti senti solevata sapendo che non sei l'unica! Grazie di cuore

Electric Ladyland ha detto...

Ciao, benvenuta! Grazie mille per avermi scritto. Non sai quanto ti capisco! Ho provato la stessa sensazione anch'io quando per la prima volta ho trovato le storie di altri figli sul web.

Un abbraccio forte e in bocca al lupo per la tua vita!

Stefania.

Anonimo ha detto...

Ciao! anche io leggendo queste parole mi sono identificata e ho dato una risposta a tanti miei comportamenti che fino ad ora non sapevo spiegare... vorrei continuare su questa strada, per potrermi conoscere sempre di più.
Purtroppo non sono sufficientemente ferrata nell'inglese da poter leggere questo libro in lingua originale, sai se ne esistono altre traduzioni parziali o integrali? oppure altri testi simili in lingua itliana?
Grazie in anticipo, e complimenti per il blog, sono sicura che sia d'aiuto per molte persone.

Un abbraccio,
una figlia di una madre bipolare.

Electric Ladyland ha detto...

Ciao, e benvenuta! Mi fa piacere che il blog ti sia utile. Purtroppo, che io sappia, non estistono ad oggi testi simili in lingua italiana che parlino specificatamente di figli di persone con una malattia mentale. A parte la traduzione che ho realizzato io per il blog, non credo ve ne siano altre in rete.

Nell'elenco di libri che ho inserito nella barra di destra del blog ci sono comunque alcuni titoli di romanzi o saggi sul tema, come "Mio Padre E' Un Chicco Di Grano" di Luana De Vita, "Di Madre In Figlia" di Lella Ravasi Bellocchio e "Dalla Sua Parte" di Isabella Borghese. Puoi provare a dare un'occhiata e vedere se possono interessarti.

Un abbraccio,
Stefania.

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