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giovedì 21 gennaio 2010

Chi Pensa Ai Figli Dei Malati Psichiatrici?


Impotenza. Vergogna. Terrore. Instabilità. Solitudine. Ritrovarsi troppo presto a fare da genitore al proprio genitore. Essere in balia di sentimenti ed emozioni altalenanti, privati del calore di un contesto familiare sano. Sono solo alcune delle sensazioni che ho provato, in quanto figlia di una madre bipolare. Per lunghi anni, dall'insorgere lento e inesorabile della malattia, ho messo da parte le mie emozioni, costruendomi una corazza impenetrabile, per mascherare una forzata fragilità, per trovare in me il coraggio di cui necessitavo per sopravvivere. Per difendermi da quello che solo oggi riesco a chiamare col suo vero nome: TRAUMA


Per anni ho pensato: è mia madre a stare male, non io. È lei la persona fragile, da sostenere, da aiutare. Da amare. Nonostante l'aggressività e le cattiverie inconsapevoli e improvvise, gli scatti di rabbia, i deliri su Dio, sulle voci che le ordinavano di fare cose, di farmi fare cose, di dubitare di parenti e amici fino a tagliare tutti i ponti, fino all'isolamento. Nonostante il suo sguardo perso nel vuoto, le ore passate al buio senza mangiare, senza lavarsi, senza vestirsi. Le minacce di uccidersi con il gas, la proposta, un giorno, di morire insieme a lei.

Io, sola, a sedici anni, con mia madre in quello stato. Senza sapere cosa fare. 

Una malattia difficile da diagnosticare. Medici difficili da consultare, perché "la paziente deve venire da noi di sua volontà". Poi, finalmente, le fasi di "up" e l'apparente benessere, che traeva in inganno chi non viveva con lei sotto lo stesso tetto, per 24 ore su 24. Ma non noi.
Infine il tracollo, il suo lento lasciarsi morire, senza più mangiare. E l'intervento coatto, il famigerato TSO. Quel ricovero forzato, possibile per legge solo se il paziente rischia di mettere in pericolo se stesso o gli altri. Quando è forse già troppo tardi.

L'iniziale permanenza nel reparto SPDC dell'ospedale, poi il trasferimento in una clinica psichiatrica pubblica. Il recupero e, infine, il reintegro in famiglia. La cura? Qualche incontro mensile presso il CIM o DSM di zona con uno psichiatra per la prescrizione del farmaco.
Dopo pochi mesi, la ricaduta. Mia mamma si sente bene. Dice di essere guarita e interrompe la terapia farmacologica. L'incubo ricomincia. A niente servono le parole, mie e di mio padre. "Io sto benissimo". E le colpe del precedente ricovero vengono scaricate su mio padre, da cui aveva chiesto la separazione per colpe del passato. "Tu mi hai fatto ricoverare dicendo a tutti che sono pazza. La colpa è solo tua.". E la consapevolezza che mia madre non ha mai ammesso di essere malata. 

Il nuovo ricovero presso l'SPDC. Il ritorno a casa. Mia mamma ricomincia a prendere le medicine. Per circa sei anni tutto fila liscio. Un mese prima della mia laurea, mia madre "guarisce". Ma non lo dice a nessuno. Non ci vuole molto prima che ce ne accorgiamo. Le sue pupille non mentono. Né i suoi discorsi. Né il veleno contro di noi, che ricomincia a fluire, incontrollato. Frugo nella pattumiera... Avvolte in decine di fogli di giornale ci sono tutte le confezioni delle sue medicine. Inutile tentare di farla ragionare, di invitarla a fare di tutto per star bene, perché lei "sta bene", "siete voi che state male!". Inutile ricordarle le sofferenze passate, sia da lei che da tutti noi, perché lei non le ricorda. Tutto il suo soffrire lo imputa a mio padre e ai suoi comportamenti sbagliati. Non c'è, secondo lei, nessuna malattia. Nonostante le cartelle cliniche e le ricette mediche.

Io amo mia madre. Ma lei non è più come prima. Lei non vuole il mio aiuto. Lei non ascolta nessuno. E soffriamo tutti, anche se non siamo noi i bipolari. Nessuna colpa, nessuna accusa. Solo un immenso, reale dolore. Reso ancora più insopportabile dall'impotenza. 

Cercando in rete in varie lingue le parole "madre" e "bipolare", nei giorni scorsi sono incappata in appelli che avrei potuto benissimo scrivere io. Storie identiche alla mia, dal Cile, alla Francia, dalla Spagna all'Australia, dagli Stati Uniti all'Olanda. Un unico, disperato, appello. "Mia madre sta male, ma non vuole curarsi. E le sue crisi ci stanno lentamente annientando...". Tante le risposte, una primeggia su tutte: "non ti resta che la fuga". E gli altrettanti accorati successivi appelli: "aiutatemi, non voglio abbandonare mia madre, ma non riesco più a vivere così!". Ragazze di 14, 19, 26 anni. Spesso con padri dal carattere meno forte rispetto a quello della propria moglie, che non riescono da soli a fronteggiare una malattia subdola, che nelle sue fasi più avanzate implica l'incapacità del malato di esserne egli stesso consapevole. 

Scopro con terrore di stare pagando oggi tanti anni di dolore, sempre represso, ignorato. Un dolore che, però, non si è affatto sopito, dal momento che il problema è ben lontano dall'essere risolto. E se si prova a chiedere aiuto, spesso ci si sente ripetere: "non sei tu a stare male, ma tua madre". Già, peccato che invece ora non sto più bene nemmeno io. E almeno un elemento forte nella famiglia ci deve essere, altrimenti tutta l'impalcatura dove può appoggiarsi?
Da qui a constatare che non c'è alcuna attenzione verso di noi, i figli dei pazienti psichiatrici, il passo è breve. Soltanto nei paesi di lingua anglosassone si è cominciato, da qualche anno, a porre attenzione a coloro che, fin da bambini, si trovano ad affrontare la malattia mentale di uno o di entrambi i genitori. Un argomento che è dannosamente e pericolosamente sottovalutato, quando non addirittura ignorato o sminuito.

L'intento di questo blog, perciò, non sarà semplicemente quello di ospitare il mio sfogo personale, l'auspicio è piuttosto quello di diventare un punto di raccolta di informazioni sul tema. Un luogo per diffondere notizie e nozioni utili per accrescere l'attenzione sulla parte della famiglia che può ancora essere salvata, che ha diritto a superare il trauma e a poter costruire un avvenire sereno per sé e per la propria famiglia futura. Questo blog vuole anche essere uno spazio di aggregazione per tutti coloro che si riconoscono in queste righe, che si sentono soli e incapaci di parlare. Per me è ancora oggi molto difficile ammettere che mia madre soffre di disturbo bipolare. Ma se sono impotente davanti a mia madre e al suo rifiuto di curarsi, non lo sono verso me stessa e il mio diritto di rialzare la testa e ricostruire me stessa, pezzetto dopo pezzetto.

Nei prossimi giorni pubblicherò una prima parte del materiale che ho trovato in rete sui figli dei malati psichiatrici, in modo che possiate venirne a conoscenza e, perché no, magari esprimere la vostra opinione in merito.

Vi saluto con affetto,
Electric Ladyland.

218 commenti:

«Meno recenti   ‹Vecchi   201 – 218 di 218
mary ha detto...

Ciao, io sono tutti voi, mia madre è bipolare, la mia vita non esiste, è una tortura continua...gli attimi in cui sta bene sono effimeri. .la speranza di avere un po di pace...nulla...ricade maledizone..ricade...e li nuove corse, nuovi dispetti prepotenze cattiverie...vorrei una vita mia una famiglia normale, dei figli, un marito. .
nulla vivere così è inutile...che senso ha...lei non doveva avere figli

Anonimo ha detto...

vi chiedo parere: mia suocera da anni dava qualche segnale di possibile Alzahimer, due visite e poi il suo rifiuto netto di sottoporsi ai test annuali.... ma meno di una settimana la situazione è degenerata.
siamo venuti a conoscenza che da tempo parla con persone inesistenti, e da venerdì scorso ha episodi di deliri sempre più frequenti (da 1-2 episodi fino ad oggi, tutto il giorno) associati a reazioni violente. si è fissata che io la voglio ammazzare, dice che le hanno detto che ho rubato dei soldi ed ho acquistato una pistola, che deve far mettere un cancello davanti la porta per non fare entrare me e mia figlia, che sono matta e lei è sana, insulta e accusa tutti quelli che non assecondano i suoi deliri.....consigliati anche dal medico di famiglia,oggi abbiamo dovuto chiamare un ambulanza e farla portare in P.S.... ma giunta la si è comportata da agnellino...l'ospedale minimizza ma noi siamo terrorizzati dall'idea di averla a casa, visto che ci ha minacciato ecc. Consigli? grazie.

Anonimo ha detto...

Sono bipolare ma non voglio piu curarmi con le medicine
..2tso..posso gestirmi senza prendermi le medicine

Electric Ladyland ha detto...

Per Anonimo del 26 settembre... comprendo che medicine e tso siano esperienze dolorosissime, tali da portarti al desiderio di allontanarti dalle cure.

Mi sento di riportarti l'esperienza di mia madre che, come te probabilmente, traumatizzata dall'impatto con l'ospedale e le cliniche psichiatriche, nonché dagli iniziali effetti collaterali dei farmaci (poi ridottisi nel tempo quando il dosaggio è stato rivisto, passati gli stati più acuti), era convinta di non aver più bisogno di cure ed ha per questo smesso di assumere medicine e recarsi alle visite di controllo.

Purtroppo sono patologie di tipo cronico che richiedono nella più parte dei casi - mi riferisco a disturbo bipolare e schizofrenia - una cura per tutta la vita. Interrompere non solo porta nel giro di alcuni mesi a nuove ricadute, ma le rende persino peggiori ogni volta, aggravando le condizioni di salute della persona e più difficile il recupero.

Mi sento di dirti di provare a cercare gruppi di psicoeducazione sul tuo disturbo, in cui poterti avvalere del supporto di altre persone che hanno vissuto esperienze simili alla tua e possono darti utili indicazioni per migliorare la tua qualità di vita.
Mia madre, quando finalmente ha avuto informazioni complete e specfiche sul suo disturbo e come gestirlo (le ha avute da me, in assenza di percorsi ad hoc durante i suoi ricoveri) ha capito che le medicine sono fondamentali per contrastare la sua malattia e riprendere in mano la propria vita. Dall'ultima crisi del 2010 non ha più avuto ricadute ed gode di ottima salute.
Forse può essere utile interrogarsi su cosa porta a decidere di rifiutare le cure. Paura? Stigma? Effetti collaterali? Timore di diventare dipendenti? Vergogna? Inconsapevolezza di malattia? Desiderio di farcela da soli? Quale che sia il motivo, è importante individuare dei referenti preparati a dissipare i dubbi e le paure, per evitare che questi ci allontanino dal nostro benessere.
Se mia madre avesse trovato qualcuno, nel suo lungo cammino, che l'avesse informata adeguatamente e sostenuta, di sicuro si sarebbe risparmiata gli ulteriori due tso che sono seguiti al primo e tante tante sofferenze sue e di noi familiari. Spero che anche tu possa trovare il modo di tornare a star bene.

Ti segnalo anche l'esperienza di Araba Fenice, una mamma che ha scelto di raccontarsi per aiutare altri nella sua stessa situazione. Se vorrai leggerla, puoi trovarla
qui
:

La storia di Araba Fenice>


Ti abbraccio.

Anonimo ha detto...

Salve sono un padre di 2 bambini di 4 e 8 anni con una moglie che soffre da oltre 9 anni di DIsturbo Bipolare, nonostante sia in cura con Litio e Valporato ed altro nelle fasi acute, quest'anno ha avuto molte ricadute con anche 2 ricoveri ospedalieri. Ho letto le storie del blog e non potuto fare altro che ritrovare in molte la vita della mia famiglia, ma io voglio battermi per vincere questa sfida lo devo ha miei piccoli angeli loro devono poter continuare a volare con le ali della fantasia e poter vivere una vita senza cadere sulla terra. Avrei bisogno di un aiuto e di un consiglio per iniziare con i miei piccoli angeli un percorso di prevenzione psicoterapeutica. Noi viviamo a Milano se qualcuno può aiutarmi per indicarmi un valido centro o psicoterapeuta infantile che possa essere una guida ed un sostegno per evitare che anche i miei angeli possano vivere un giorno il disagio che molti di voi figli di genitori con problemi di disabilità psichica, come ho avuto modo di leggere nei vari commenti sul blog, dovete a distanza di anni ancora affrontare. AIUTATEMI . Io putroppo so di dovere per sempre essere l'unico scoglio e spesso parafulmine per mia moglie e sarò purtroppo sempre l'unico a dovere e potere sopportare la croce di una malattia come il Disturbo Bipolare, ma i piccoli angeli devono essere salvati e tutelati. SE QUALCUNO RIESCE A DARMI UN AIUTO GRAZIE DI CUORE

Anonimo ha detto...

Ciao!
Ho 21 anni, sono stata a dottata, sono figlia unica e anche io ho dovuto convivere la schizofrenia di mia mamma, che purtroppo un anno fa è morta.
So bene cosa significa dover convivere con tale malattia fin dall'infanzia. Significa non avere un "centro", una stabilità. Significa perdere punti di riferimento, passare molto tempo da sola, provare sentimenti di vergogna, rabbia, impotenza.
Quando ero piccola ero molto legata a mia mamma, stavo sempre con lei. Quando poi ha iniziato a soffrire di tale malattia, sentimenti di vergogna, impotenza mi hanno portata a distaccarmi sempre più da lei, fino a quando ho iniziato a scacciarla, trattarla male. Vedevo in lei la causa della mia infelicità. Il nostro rapporto ha iniziato a rinsaldarsi quando avevo 19 anni, perché io ho iniziato a daddolcirmi nei suoi confronti e a capire che in fondo non era colpa sua e che non meritava di essere trattata male.
Ora che non c'è più provo un rimpianto per non averla apprezzata abbastanza, per averla fatta soffrire ancora di più quando la scacciavo. Ma mi faccio forza pensando che in fondo anche io ero vittima della situazione e che è facile pensare a ciò, quando si è acquisita una certa maturità e a distanza di tempo, quando ormai la tempesta è finita.
Ritrovarmi in questo blog mi fa sentire meno sola, perché ci sono persone che sanno come mi sono sentita e che magari hannk avuto esperienze più difficili della mia.
Dopo la morte di mia madre ho sofferto tanto, ma allo stesso tempo ho sentito la mia vita alleggerirsi, perché ormai posso dedicarmi alla mia vita senza preoccupazioni ulteriori.
Mi sonk ritrovata in queato blog perché ero interessata a come questa esperienza abbia potuto influire sulla mia personalità e sul mio modo di relazionarmi con gli altri. Ho sviluppato una certa introversione e sono molto volubile. Non mi piace esprimermi e mi inibisco quando ci sono troppe persone attorno a me.

Comunque volevo dire che sonl vicina a tutte le persone che ancora soffrono e che anche a me piacerebbe partecipare nella creazione di un centro per i figli di malati mentali. Sarebbe una salvezza per tanti giovani che vedono il proprio futuro tranciato da queste situazioni.
Ti ringrazio per aver creato questo blog.
Un forte abbraccio

Anonimo ha detto...

Salve a tutti compagni di questo viaggio nell'Inferno mi chiamo Graziano ,vivo a Giarre prov di Catania o 40 anni un lavoro precario , vivo ancora con i miei ,ma credo che tra un po ,mi cercherò un affitto mia madre e bipolare anche lei passa dalla completa voglia di non fare niente , all'iper attivita , per poi a volte urlare come una indemoniata magari perche qualcuno a lasciato una finestra aperta per arieggiare l'ambiente . O perche magari suppone che stia per scoppiare la bombola del gas ,un giorno a spaccato un bastone in testa a mio padre con annessi punti di sutura ! Ora si e fissata che devo andare via di casa perche mi ritiene un fallito . E incredibile come questa malattia accechi la mente di chi ti a partorito , il bello e che mia sorella invece che lo vista prendersi scarpate intesta mi dice che e giusto prendersi le scarpate in testa perche lei non si rende conto ,o il timore che lei sia la prossima ad ammalarsi .Credo che andro da uno psicologo tra non molto , tra l'altro mio padre a avuto 2 ictus che gli hanno lasciato delle lesioni a detta dell neurologo ! Insomma sto correndo il rischio che il prossimo sarò io ad ammalarsi . E non lo voglio , vorrei tanto trovare un lavoro che mi permettesse di pagarmi un affitto e scappare da questo inferno ma sono un semplice operaio e ce una crisi nera in Sicilia ! Spero di non essere stato troppo negativo nella mia spiegazione dei fatti ,ma mi sento molto giù i miei pochi amici mi dicono di scappare ma dove ? Come ? Io stesso soffro di attacchi di panico , a volte mi sento battere il cuore alla,'impazzata come faro a vivere da solo ? Cmq chiudo facendovi gli auguri di buon natale e felice anno nuovo ,e speriamo che l'anno nuovo ci porti un bel miracolo ! Un abbraccio forte da Graziano !

Giu ha detto...

Salve a tutti, mi sento meno sola leggendo tutto ciò , non che la cosa mi consoli ma almeno so che c'è' chi comprende i miei stati, le mie paure, le mie continue lotte interne tra l'odio e amore verso una persona che non riconosco più come mia madre. Sono passati 20 lunghissimi anni...ai tempi avevo 15/16 anni ...e fino ad un po' di anni fa non abbiamo mai capito ciò che piano piano aumentava di anno in anno, crisi inizialmente passeggere, strane manie di persecuzione, fissazioni, cattiveria alternata a momenti che man mano sono stati sempre più di rabbia, voci che sentiva e che le condizionavano e condizionano le giornate quasi al punto di farla buttare dal balcone o dire a mio fratello di uscire di casa perché poteva fargli male. Il nostro errore è' stato quello di capirlo forse tardi, l'errore di mio padre quello di non riuscire ad essere forte quando doveva esserlo. Con i miei fratelli ci portiamo dietro rabbia, problemi che ognuno somatizza diversamente ..mentre mia madre peggiora, mentre vediamo la sua distruzione lenta e violenta e non sappiamo più che fare. Non accetta alcun aiuto, sta facendo terra bruciata intorno a se con le persone che più le vogliono bene perché vede ovunque complotti, lei dice di "star bene" e non accetta alcuna cura o visita da un dottore...e intanto le crisi ormai durano mesi, le istigazioni, le cattiverie senza sosta...e siamo distrutti ormai. Alle persone esterne tutto sembra impossibile ,fuori non traspare nulla e ci si sente dire dopo 20 anni di sofferenze che siamo pure esagerati..e non l'accetto purtroppo. Dopo anni sono crollata del tutto e da mesi per lo star bene mio e ora della mia famiglia, sono sposata con figlioletta piccola, ho interrotto ogni contatto con lei... Dentro di me sto male tremendamente, alterno momenti in cui mi sento egoista e cattiva ma nello stesso tempo so che per tanti anni ho subito, ho provato a far di tutto ,ad aiutarla in tutti i modi possibili ma a niente è' servito e in questo momento visto che non riesco più a distinguere lei mamma da persona malata ma vedo solo una persona che odio..non le sarei di aiuto... Devo ora dare aiuto me...! Perché solo a parlare, solo sapere cosa continua a combinare verso gli altri e se stessa mi fa stare male a tal punto di andare in bagno con vomito o diarrea. Non è' vita , è' tutto straziante. Adesso mio padre è' con me perché senza motivo lo ha buttato fuori casa, uguale un mio fratello ...proveremo l'ultima strada.. Altro psichiatra ,vedremo se potrà indirizzarci su come portarla o convincerla a curarsi..Ma Vista la gravità e gli anni passati con questa malattia e peggiorando inesorabilmente ormai dubito si possa fare qualcosa , non nutro speranza alcuna ma tento e tenteremo l'ultima strada poi non so. TI ringrazio per questo blog, mi piacerebbe confrontarmi con tanti di voi, purtroppo chi non vive certe e queste situazioni non può capire come ci si sente dentro e come anche noi, dietro loro, ci distruggiamo internamente. Un saluto, Giu

Anonimo ha detto...

Ciao , anche io fin da quando sono un bambino convivo con mia madre che è malata... Il problema è che è anche violenta! Spesso ha picchiato me e mio padre , specialmente a li o l'ha mandato all'ospedale con diverse ferite con il coltello... La mia infanzia me l'ha fatta passare da solo mi ha sempre isolato da tutto, quando venivano raramente miei cuginetti non potevo nemmeno giocare perché diceva che dovevo stare seduto e fermo da una parte... Se giocavo poco poco come andavano via erano botte... Per non parlare delle notti insonni passate , la paura che commettesse sciocchezze, i tentativi vari di suicidi... Le offese e tante di quelle cose che non credo ancora possano essere successe... Per giunta bullismo a scuola a distruggere un ragazzo che voleva solo vivere felice... Grazie per l'articolo pensavo di essere l'unico a vivere cosi mi ha dato un po' di coraggio sapere di non essere l'unico!

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti... io vivo questa brutta esperienza con una moglie bipolare... ho una figlia.. il mio obiettivo e' tutelare la piccola.. non ci sono rimedi a tali malattie.. brutto da dirsi.. ma.nin se ne puo' piu' vivere tutti sotto lo stesso tetto... ci si ammmala con l'ammalato...

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti... io vivo questa brutta esperienza con una moglie bipolare... ho una figlia.. il mio obiettivo e' tutelare la piccola.. non ci sono rimedi a tali malattie.. brutto da dirsi.. ma.nin se ne puo' piu' vivere tutti sotto lo stesso tetto... ci si ammmala con l'ammalato...

Anonimo ha detto...

Vorrei ringraziare di cuore Electric Ladyland per aver crato questo blog. Finalmente un blog che mette in luce problemi seri.
Leggere testimonianze come queste mi ha aiutato molto a non sentirmi sola e a darmi un po' di forza in un periodo di totale sconforto.
Anch'io ho una storia alle spalle simile a quelle lette e oltre ad avere una madre schizofrenica, ho pure un padre che presenta segni di lieve ritardo, e una sorella che nonostante i suoi 40 anni è rimasta una ragazzina di 15 anni e questo è dovuto dal fatto che anziché collaborare con me è sempre scappata dai problemi, non si è mai presa la responsabilità di aiutarmi e si è sempre nascosta dietro a un dito omettendo di essere una persona immatura. Vive pure lei nel suo mondo e non si è mai preoccupata di farsi aiutare tramite uno psicologo, nonostante gliel'abbia consigliato più volte, non mi ha mai preso sul serio. Lei convive con il suo compagno e son due anni che non ci parliamo. Non ho intenzione di instaurare un rapporto con lei, ma è giusto che collabori quando si tratta di mia madre e son arrivata al punto che se non lo farà metterò di mezzo l'avvocato. Non ce la faccio più a sovraccaricarmi solo io dei problemi di mia madre e poi sono stufa della sua immaturità; troppo facile scappare dai problemi, ritengo sia giusto che a 40 anni si prenda anche lei la responsabilità di dovere di figlia.

Sta di fatto che arrivata a 30 anni non so nemmeno io come abbia fatto a non impazzire, visto che non ho mai avuto nessun riferimento, né una guida, son cresciuta da sola. Purtroppo ne sono venuta fuori esausta e con problemi di ansia, insicurezza, paranoie, depressione, tutto per via dei traumi subiti già dall'infanzia.
Sono arrabbiata anche con i parenti per il fatto che non c'è stato mai nessuno (una zia/ nonna ecc) che mi abbia portato da uno psicologo già da bambina, nessuno si è mai preso la briga di aiutarmi, sono stata in balia di me stessa.

Da adulta c'è stato un periodo che l'ansia aveva preso sopravvento e mi sentivo come se fossi bloccata, così di mia iniziativa ho iniziato un percorso terapeutico e devo dire che su molti aspetti mi ha aiutato molto.

Nella mia vita mi son sempre posta la stessa identica domanda di Electric Ladyland; ma è possibile che in Italia non ci sia nessuna istituzione che pensa ai figli di genitori "disturbati"? 
Già la vita di per sé non è facile, figuriamoci se nasci in un contesto già di degrado e di disagio.
Questo è un problema gravissimo che tutti sottovalutano, ed è per questo che ho voluto mettere anch'io la mia testimonianza, perché è giusto sollevare questo problema.
Il ramo della psicologia/psichiatria purtroppo viene sottovalutata qui in Italia, per molte persone è ancora un tabù, e chi ci va di mezzo oltre al malato stesso, sono i figli che ne pagano tutte le conseguenze rischiando col tempo di sviluppare problematiche a livello cognitivo e/o psicologico come è avvenuto con me. E se non sei una persona psicologicamente forte e responsabile diventa veramente dura uscirne fuori.

Anonimo ha detto...

Chissà se ancora è attivo questo blog. Ho vissuto per 26 anni con i miei genitori apparentemente sani, l'unico problema era la loro separazione, prima in casa poi definitiva con l'allontanamento di mio padre e la vita in casa con mia madre maniaca dell'ordine, peccato che non è una semplice mania ancora oggi non curata perchè non accettata. Il diabete della mia sorellina, la compagna polacca di papà altri due elementi destabilizzanti. A 26 ho cambiato città, calma apparente, mia mamma ossessionata della pulizia, mio papà convivente sempre con la stessa donna, ma lui non ci ha mai abbandonate. La compagna mai frequentata. Dopo 10 anni dal mio trasferimento, matrimonio ed un figlio, un fulmine a ciel quasi sereno. a 3 anni dalla pensione ed uno strano isolamento in una città che vive solo d'estate, mio padre è prossimo al suicidio. Ricovero: bipolare affettivo e gioco d'azzardo. Ha sperperato il suo TFR con la compagna, a questo punto anche lei chiaramente malata. Mio padre è un bravo uomo, ma non ha trovato affetto familiare, io sono lontana 200 km da lui e lui non vuole trasferirsi. È rimasto senza casa e con la compagna si appoggia dalla sorella anche lei con ludopatia e molto ignorante. Le "donne" di papà accusano me del suo stare male. Sul consiglio del medico ho aperto l'amministrazione di sostegno per seguirlo economicamente, ma sta rendendo difficile il mio operato. Mia mamma non è d'aiuto, anzi peggiora il tutto, anche nella sua vita ci sono stati episodi gravi che hanno turbato noi figlie che a questo punto stanno pagando per i loro errori, perchè quando stavano bene hanno fatto scelte sbagliate ed ora pef le loro malattie. Se c'è qualche associazione per noi indicatemela gentilmente! Un saluto C.

Lucio MARLETTA ha detto...

Scusate, domanda banalissima! Credo che mia madre sia nella parte più che iniziale della malattia. Come posso fare a potergliela far diagnosticare, giacchè lei si ritiene PERFETTA???

Anonimo ha detto...

Io ho 40 anni,ho la sindrome di Asperger e soffro di epilessia del lobo temporale dalla nascita ma mia madre ha fatto di tutto per farmi finire in una struttura per invalidi psichici dicendo ai medici che ero cattiva e psicopatica.Mia madre (che da bambina chiamavo Mamma uno e Mamma due) non è mai stata la mia mamma perchè,appunto,non sapevo mai con chi avrei avuto a che fare,con quale delle due "persone"...oggi ho lottato fino allo stremo e solo grazie a me ho avuto le mie giuste diagnosi ed interrotto le cure sbagliate che mi stavano somministrando perchè mia madre attribuiva a me i suoi "improvvisi e allucinanti" cambiamenti (fino alla violenza fisica ed alla tortura psicologica) e la diagnosi psichiatrica era stata data a me.Mia madre era stata in cura quando ero molto piccola,poi tentò il suicidio e disse a mio padre che non voleva più andare dallo psichiatra e non voleva più assumere la sua terapia.Dunque in casa mia io vivevo l'inferno:avevo già due sindromi contro cui lottare,da sola,perchè lei non mi portava dal pediatra ma mi insultava quando avevo le crisi o stavo male...poi c'era lei,che ad un certo punto diventava diabolica:mi torturava fino a farmi impazzire e rideva quando mi vedeva al limite...e in giro io ero la figlia che non stava bene di testa,la poverina.Con gli anni sono cresciuta sola coi miei problemi,senza cure,lasciata da sola,figlia di nessuno...fino a che a 14 anni lei non ha cominciato a somministrarmi psicofarmaci di sua spontanea iniziativa...poi aveva capito che sotto l'effetto stordende di questi io non parlavo più di lei,anzi,mi ero convinta di essere io la matta...per fortuna dopo 26 anni di inferno mi hanno tolto tutto,non sono più "matta",ma solo per la metà dei dottori (quelli con cui ha a che fare lei lo pensano ancora...perchè non la conoscono) ed io adesso ho cominciato a vivere,sapendo che tutto l'inferno che ho subito lo devo a mia madre....mai madre che non so chi sia,se una o l'altra,che si alternano senza un filo conduttore,all'improvviso e che ora (con l'aiuto di una counseler) riesco a vedere e "sopportare"...mia madre ancora oggi mi vede come la sua figlia malata,nonostante le diagnosi contrastanti,nonostante non lo sia di fatto più...io dico la verità:io non voglio bene a mia madre,non posso volerle bene...non sono mai riuscita a farla ragionare...e nell'ultimo tentativo (dichiarando che avessi tentato di ucciderla) mi ha fatto portare via in tso,dal quale ci messo poi un anno e sei mesi a riprendermi.Adesso ho medici che si sono resi conto della situazione,che hanno capito...ma la mia vita è rovinata,sotto ogni punto di vista...e io non posso voler bene a mia madre,perchè fin quando gliene ho voluto,mi ha distrutto.

Anonimo ha detto...

Mia madre mi ha rovinato la vita fino a tentare il suicidio.Io odio mia madre (le mie due madri) e credo non capirà mai di essere malata.E io sono stufa di insistere,perchè ho la mia vita da vivere...LONTANO DA LEI.

Anonimo ha detto...

Mia madre (le mie due madri) mi hanno distrutto la vita in ogni senso ed io sto cercando di salvare il salvabile...LONTANO DA LEI,CAMBIANDO COGNOME,IGNORANDO TOTALMENTE DI AVERE AVUTO UNA MADRE CAPACE DI QUALUNQUE CATTIVERIA.
Auguri a tutte le vittime.

Unknown ha detto...

Salve a tutti ,
Io sono figlia di un uomo bipolare. Oea ha 76 anni , mio padre . Anche se ora non mi viene cosi spontaneo chiamarlo Padte.
Troppo tempo ho dedicato alla continua ricerca che lui tornasse in se . Soprattutto in questi ultimi 10 anni. Niente . Bugie e menzogne per tenere in piedi i suoi castelli in aria. Ha fatto cose tremende che mai avrei creduto possibile compreso rubare soldi dalle borsa mentre siamo tutti riuniti per il pranzo di Natale. Che volete che vi dica . Quest' anno ho gettato la spugna . Per la prima volta nkn passero' ul classico Natale in cui per qualche ora si recita la favola che non esiste da tanti anni e forse ...era solo un favola anchd quando sembrava tale. Ci ha letteralmente rovinato la vita . Auguro a tutti i figli degli psichiatrici di prendere distanza poiché altrimenti verrete travolti . E' inevitabile.
Buon Natale a tutti. B

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